La lotta contro le macchine tessili

FIG. 1 Operai armati distruggono e incendiano una fabbrica in un'illustrazione.

          Come per ogni novità, l’uomo si è sempre dimostrato riluttante al cambiamento, e anche questa rivoluzione nel campo tessile non è stata gradita da tutti, nonostante gli evidenti vantaggi che portava con sé.

Disuguaglianze

          La creazione di nuove realtà, come, ad esempio, il sistema fabbrica tessile, portò anche nuove disuguaglianze . Se spesso queste furono relative all’età, visto la presenza di numerosi bambini-lavoratori, che per qualche spicciolo davano una mano nella produzione, le disuguaglianze si riversarono anche sul fronte del rapporto con la fabbrica.

Era comune trovare operai a tempo pieno e a tempo parziale, qualificati e non, che lavorassero assieme. In generale la maggiore distinzione era fra proletariato non qualificato, composto principalmente da donne e bambini e subordinati alle nuove macchine, e fra un minor numero di artigiani qualificati, che a differenza del primo gruppo mantenevano un certo grado di competenze e potere contrattuale. Ovviamente, anche i salari di questi due gruppi erano differenziati.

La tipica giornata in un cotonificio comprendeva lunghi turni di lavoro, che arrivavano anche a 16 ore continuative. Erano all’ordine del giorno infortuni ed era comune contrarre malattie sul luogo di lavoro, in un caso a causa di misure di sicurezza inesistenti e nell'altro di un ambiente non propriamente pulito.

(Vedi anche Le condizioni dei lavoratori tessili)

FIG. 2 Due operai distruggono un telaio Jacquard, in un'illustrazione del 1844. Si presume che l'individuo di sinistra sia in realtà Ned Ludd, colui che diede inizio alle rivolte.

Il luddismo

          A causa del malcontento generale, dalla fine del 1700 presero vita numerose forme di reazione e protesta sociale, atte a distruggere le nuove macchine.

Queste azioni prendono il nome di “luddismo”, da Ned Ludd , un giovane, di cui non è certo che sia realmente esistito, che nel 1779 avrebbe distrutto un telaio in segno di protesta. In poco tempo Ludd venne identificato come il simbolo della distruzione delle macchine industriali e divenne, nell'immaginario collettivo, il protettore e vendicatore di tutti i lavoratori salariati oppressi dai padroni e sconvolti dalla rivoluzione industriale.

Le fonti

Petizione

A testimonianza di questo, sono qui riportati degli estratti di una petizione del 1786, comparsa su un quotidiano della città di Leeds, uno dei maggiori centri di manifattura tessile dello Yorkshire, in cui sono presentate delle forti lamentele in merito agli effetti delle macchine sui lavoratori qualificati precedentemente ben retribuiti.

|

L'umile discorso e petizione di migliaia di persone, che lavorano nella fabbrica di stoffe. The Humble ADDRESS and PETITION of Thousands, who labour in the Cloth Manufactory.

È interessante notare come sia stata appoggiata da «migliaia di persone», a conferma dell’enorme forza lavoro impiegata per la produzione, e comunque necessaria nonostante l’affiancamento delle macchine.

|

Il numero delle macchine automatiche che si estendono a circa diciassette miglia a sud-ovest di Leeds, supera ogni credenza, essendo non meno di centosettanta! e come ogni macchina farà tanto lavoro in dodici ore, come dieci uomini possono fare in quel tempo a mano, (parlando entro i limiti) e lavorano notte e giorno, una macchina farà tanto lavoro in un giorno quanto impiegherebbe altrimenti venti uomini. The number of Scribbling-Machines extending about seventeen miles south-west of LEEDS, exceed all belief, being no less than one hundred and seventy! and as each machine will do as much work in twelve hours, as ten men can in that time do by hand, (speaking within bounds) and they working night-and day, one machine will do as much work in one day as would otherwise employ twenty men.

Nella prima parte viene presentato il problema causato dall’introduzione delle macchine per la tessitura, di cui se ne contavano oltre 170 e che avevano privato 8000 mani della possibilità di sostentarsi autonomamente.

|

Speriamo, quindi, che i sentimenti dell'umanità portino coloro che hanno il potere di impedire l'uso di quelle macchine, a dare tutto lo scoraggiamento possibile a ciò che ha una tendenza così pregiudizievole per i loro simili. We therefore hope, that the feelings of humanity will lead those who l, have it in their power to prevent the use of those machines, to give every discouragement they can to what has a tendency so prejudicial to their fellow-creatures.

Ciò sui cui fanno leva è l’umanità di coloro che sono al potere, che avrebbero dovuto limitare «ciò che ha una tendenza così pregiudizievole per i loro simili». Inoltre, la mancanza di posti di lavoro avrebbe portato ad uno spopolamento dell’area adiacente alle fabbriche.

|

Ma cosa devono fare i nostri figli, devono essere cresciuti nell'ozio? Per come stanno le cose, non c'è da stupirsi che si senta parlare di tante esecuzioni; da parte nostra, per quanto si possa pensare a noi come analfabeti, le nostre concezioni sono che educare i bambini all'industria, e tenerli occupati, sia il modo per evitare che cadano in quei crimini, a cui un'oziosa abitudine conduce naturalmente. But what are our children to do; are they to be brought up in idleness? Indeed as things are, it is no wonder to hear of so many executions; for our parts, though we may be thought illiterate men, our conceptions are, that bringing children up to industry, and keeping them employed, is the way to keep them from falling into those crimes, which an idle habit naturally leads to.

Nella parte finale, gli operai rivelano che la loro volontà di avviare i loro figli all’industria non era altro che un pretesto per evitare che acquisissero un atteggiamento ozioso, e successivamente cadessero in crimini punibili con esecuzioni capitali, come se ne vedevano molte a quel tempo.

Diario

          Josiah Wedgwood (1730-1795), autore del diario di cui sono riportati gli estratti di due giornate, fu un ceramista inglese ed uno dei principali esponenti della Prima Rivoluzione Industriale, noto anche per essere stato tra i primi a chiedere l'abolizione della schiavitù.

Adottò nella sua industria, inoltre, una moderna divisione del lavoro, distinguendo nettamente un reparto di progettazione da quello di produzione.

Nel testo che segue, l'autore descrive un attacco ad alcune fabbriche tessili. Le due pagine di diario sono visibili nella loro interezza qui.

3 ottobre 1779

Sulla strada di Bolton, oltrepassato Chowbent, incontrammo una folla di varie centinaia di uomini.

3 ottobre 1779

Quando chiedemmo ad uno di loro per quale motivo si erano radunati in un numero così imponente, mi dissero che avevano appena distrutto alcune macchine che intendevano fare lo stesso in tutto il paese. Di conseguenza, qui si attende già una loro visita per domani. Gli operai delle vicinanze hanno raccolto una considerevole quantità di armi e stanno fondendo pallottole e facendo provviste di polvere per la battaglia di domani mattina.

Si nota che, queste opposizioni, non solo furono dirette alle macchine, che vennero distrutte in gran numero, ma sfociarono in una vera e propria guerriglia urbana con tanto di armi da fuoco.

9 ottobre 1779

Il giorno stesso, nel pomeriggio, una grande fabbrica presso Chorley, organizzata secondo il sistema di Arcrite (Arkwright) che è uno dei proprietari, venne attaccata, ma la posizione del fabbricato permetteva agli assalitori di avvicinarsi solo attraverso uno stretto passaggio. Grazie a ciò, il proprietario della fabbrica, con l'aiuto di alcuni vicini, potè respingere l'attacco e per questa volta salvare la fabbrica.

9 ottobre 1779

Gli invalidi dovettero mettersi da parte ed assistere allo spettacolo della folla che distruggeva completamente macchinari valutati oltre 10.000 sterline.

9 ottobre 1779

La loro esplicita intenzione era di impadronirsi della città, poi di Manchester e di Stockport, e di marciare quindi su Cromford e distruggere le macchine, non solo in queste diverse località, ma in tutta l'Inghilterra.

L'obiettivo degli oppositori non era limitato alla sola fabbrica in cui lavoravano, ma si sentivano "in dovere" di liberare tutti i lavoratori d'Inghilterra dall'oppressione delle macchine.

FIG. 3 Ned Ludd: "THE LEADER of the LUDDITES", il "paladino" che guidò la rivolta contro le macchine; non si hanno fonti certe, però, che sia realmente esistito.
FONTI

"Il lavoro all’epoca della prima industrializzazione", Treccani

"Invenzioni e innovazioni che resero possibile la rivoluzione industriale", Atlas

it.wikipedia.org/wiki/Josiah_Wedgwood

"StoriaDigitale", Zanichelli

"Storia in movimento 2", Rizzoli