La storia di Esther - Marco del Buono Giamberti, 1460–70

Alberghi e albergatori
nel Medioevo

Nel Medioevo, l’offerta di pietanze era appannaggio di strutture ricettive, per così dire polifunzionali, come gli alberghi e le locande.

Difatti, in questi edifici, oltre che fornire alloggio ai viandanti, si poteva consumare anche un pasto caldo.

Fornire pasti ai viandanti non era il servizio principale offerto da queste due strutture, bensì uno dei tanti, al pari, ad esempio della mescita di bevande o dello stallaggio degli animali.

(In alto, "La storia di Esther" di Marco del Buono Giamberti, 1460–70)

Nonostante fosse una voce importante del bilancio della locanda, la vendita delle pietanze cucinate era destinata prevalentemente ai forestieri e a coloro che erano di passaggio.

Questo avveniva per diversi motivi: da una parte era opinione comune che, recarsi in un locale esclusivamente per mangiare, quando si possedeva una casa nei dintorni dove poter cucinare tranquillamente e a proprio piacimento, fosse uno spreco di denaro.

Dall’altra parte invece, l’amministrazione cittadina proibiva che gli abitanti si recassero a consumare pasti preparati negli alberghi e nelle locande, perché si riteneva che si potessero organizzare dei complotti.

Un locandiere ed un suo ospite

Un locandiere ed un suo ospite che sorseggia una coppa di vino

Data questa limitazione, qualora un cittadino fosse stato invitato a cenare da un amico che soggiornava in un albergo o una locanda, avrebbe potuto accettare solo dopo il rilascio di una specifica licenza scritta da parte delle autorità.

La situazione invece, cambiava durante la giornata quando, agli abitanti del posto, era consentito recarsi nelle locande solo ed esclusivamente per consumare vino.

Un frate accoglie un infermo, in un Capolettera di Gerardo da Cremona

Un frate accoglie un infermo, in un Capolettera di Gerardo da Cremona

La marchesa del Monferrato, quadro ispirato dall'omonima novella di Boccaccio

"La marchesa del Monferrato", quadro ispirato dall'omonima novella di Boccaccio

Le locande nei centri urbani

All’interno delle mura delle città, l’ambiente delle locande era poco accogliente e, disponendo solamente di una sala da pranzo, gli ospiti condividevano il tavolo con perfetti sconosciuti.

Fuori dai centri urbani, in particolare nelle campagne, era complicato andare alla ricerca di un albergo o di una locanda di un certo livello.

Soltanto lungo le strade principali erano presenti queste strutture ricettive.

Commensali consumano un pasto

Commensali consumano un pasto

Lungo i percorsi, soprattutto in estate, sempre per soddisfare le esigenze dei viaggiatori, erano disponibili dei veri e propri edifici temporanei: le capanne, in cui si distribuiva cibo e vino, e le taverne mobili, chiamate così poiché erano costituite da un carro che trasportava vino e qualche pietanza da consumare mentre si era di passaggio.

Addetti alla produzione del pane mentre infornano, probabilmente in una locanda o in un ostello

Addetti alla produzione del pane mentre infornano, probabilmente in una locanda o in un ostello

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(Selezione musicale a cura di Margotto Giovanni)



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