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          Il rigoroso processo della lavorazione della lana si suddivideva in quattro momenti: preparazione della materia prima, filatura, tessitura e processi di rifinitura dei singoli panni.

Preparazione

          Le operazioni che dalla tosatura delle pecore portano alla filatura erano assegnate dal Misterium Batariorum Lane. Le regole previste dagli statuti erano poche: i battitori potevano lavorare solo materia prima di dichiarato pregio. Erano esclusi i peli di bue, i rimasugli di gualcatura o di altre fasi della lavorazione della lana. I battitori procedevano alla scelta delle singole parti del vello per differenziare le fibre pregiate da quelle di qualità inferiore. Per dilatare e sollevare i fiocchi di lana veniva usato l'arco.

Negli statuti sono presenti degli accenni alle successive fasi di lavorazione come la pettinatura, la cardatura e ad altri particolari interventi prima che la materia prima passasse ai successivi stadi di lavorazione.

La cardatura e la filatura

          A questo punto la lana era pronta per essere consegnata nella Loggia, dove venivano sfilacciati i fiocchi in fili di varie lunghezze. I fili più lunghi venivano impiegati come ordito durante il successivo processo di tessitura.

Sui mezzi impiegati gli statuti non pongono molta attenzione, forse per evitare la diffusione di tecniche che potevano essere replicate in altra sede.

Il Misterium Filarolum, emencium et vendencium filum et camicia de civitate et burgis Verone della raccolta del 1319 appare come una corporazione di mercanti di filato di lavorazione locale ed importati, più che addetti alla filatura vera e propria della lana. Da questo si può dedurre che il compito di filare le fibre non era assegnato a loro, bensì ai drappieri. Secondo gli statuti del 1319 i filaroli lavoravano sugli orditoi preparando cavezzi, tele e facendo gomixelli (gomitoli) di prodotti già filati.

La tessitura

          La terza fase della lavorazione della lana è rappresentata dalla tessitura ed il Misterium Textorum draporum lane Verone et districtus adempieva alle necessità di questa fase. Nella prima metà del secolo XIV i tessitori impiegavano telai orizzontali con impalcature a due, a tre o a quattro lici. I fili dell'ordito provenivano dal mercato già numerati e della giusta misura per essere inseriti nel telaio in modo da avere un tessuto finale della giusta lunghezza, come precisato dalle singole norme statutarie. I fili erano inseriti normalmente in gruppi di 30 o 40 unità per ogni unità tessile detta «portata», mentre il pettine, che determinava l'altezza era misurato secondo un'unità metrica detta «quartiere».

Al variare dei lici, delle portate, dei quartieri, della lunghezza delle singole tele - dette cavezzi - e con le successive fasi di lavorazione, si avevano le diverse caratteristiche merceologiche dei diversi panni.

Spole
FIG. 1 Delle spole, impiegate nella tessitura
Filatoio
FIG. 2 Un filatoio a ruota
Fusi
FIG. 3 Dei fusi

La tintura

          Al termine del processo di produzione si procedeva con la tintura, la quale poteva aver luogo: in panno e in filo. Quest’ultima era la più pregiata, in quanto avveniva dopo la filatura, mentre l'altra dopo la tessitura. I compiti relativi alla coloratura erano assolti da due associazioni di mestiere, il Mesterium Tinctorum guadi et omnium aliorum colorum de civitate et burgis Verone ed il Misterium Tinctorum draporum de colore de civitate et burgis Verone.
La tintura, in ogni caso, non si svolgeva nella Corte delle Sgarzerie, ma a valle dell’Adige, per consentire il deflusso dell’acqua colorata nei corsi collaterali, come il Fiumicello, il Guà ed il Tramigna.

Interessante trovare, tra le materie tintorie usate a Verona nel 1319, insieme a sostanze vegetali più comuni come il guado ed il roxo, anche l'indaco di Bagdad ( 1 ).

( 1 ) La cui presenza è segnalata nel De rivis hosteriorum Domus Mercatorum Verone (Estratto in: ⇒ La legislazione)

COLORE PIANTE TINTORIE
Rosso Robbia domestica, Zafferanone coltivato, Acacia, Rosso di Tiro o rosso porpora, ...
Giallo Camomilla per tintori, Curcuma, Zafferano, Ginestra, Melo, ...
Blu Indaco, Guado, Poligono Tintorio, ...
Verde Spazio villoso, Ginestra dei carbonai, Giaggiolo acquatico, Lavanda selvatica, ...
Viola Papavero comune, Mirtillo nero, Oricella, ...
Marrone Ontano comune, Noce comune, Salice rosso, Nocciolo, Piantaggine, ...
TAB. 1 Colori e piante di derivazione.

La rifinitura

          Le ultime fasi erano rappresentate dalla garzatura, dalla follatura, dalla cimatura, dalla stenditura, dalla asciugatura e piegatura delle pezze finite. La follatura dava al tessuto una maggiore consistenza, una migliore omogeneità ed aumentava lo spessore della stoffa. Con questo procedimento si favoriva inoltre l'infeltrimento delle pezze.

Uscito dai folli il tessuto poteva essere cardato mediante sfregamento con teste di cardo. Successivamente le pezze erano cimate ed ancora lavate.

Infine erano stese su telai detti cloare in modo da raggiungere le misure volute dal mercato o stabilite dai vari organismi che controllavano la produzione.
Le stoffe restavano distese sino a completa asciugatura.

I lavori di rifinitura erano operati dal Misterium dominorum Follatorum draporum civitatis, burgorum et districtus Verone, dal Misterium Victuralium sive Gualcatorum pannorum lane civitatis, burgorum et districtus Verone e dal Misterium Garzatorum pannorum lane civitatis, burgorum et districtus Verone.

I costi

Componenti di costo Valori assoluti
(in soldi)
Valori percentuali
Materia prima 720 49,41
Cernita, lavatura e «curatura» della lana 28 1,92
Vergheggiatura 30 2,05
Olio 10 0,68
Pettinatura 96 6,58
Scardassatura 61 4,18
Filatura 216 14,81
Orditura 8 0,54
Tessitura 180 6,86
Rassatura 8 0,54
Scuratura (purgatura) 18 1,23
Follatura 20 1,37
Cimatura 6 0,41
Cimose 13 0,89
Garzatura 44 3,01
Dazio 79 5,42
TOTALE 1457 100,00
TAB. 1 Costo di produzione di un panno veronese da 62 portate fabbricato con 6 pesi di lana «sucida».
Fonte: ASVr, AAC, PR, b. 150. proc. 490, c. 16v: «Spexa de uno panno de 62» - XIV sec.
Materia prima 49,41%
Preparazione della lana 15,41%
Filatura 14,81%
Orditura e tessitura 7,40%
Rifinitura 7,45%
Dazi 5,42%
TOTALE 100,00%
TAB. 2 Accorpamento per fasi lavorative secondo l'incidenza percentuale.
Fonte: ASVr, AAC, PR, b. 150. proc. 490, c. 16v: «Spexa de uno panno de 62» - XIV sec.
FONTI accademiamedioevo.it/articolo/57/arte/COLORI-E-TINTURE-NEL-MEDIOEVO.html it.wikipedia.org/wiki/Arte_della_Lana#Il_processo_di_lavorazione_della_lana
L’anima della città - L’industria tessile a Verona e Vicenza (1400-1550), Edoardo Demo, 2001
Società e tecnica nel Medioevo (La produzione dei panni di lana a Verona nei secoli XIII-XIV-XV), Egidio Rossini, 1970