Premessa
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          L’economia europea del basso Medioevo si caratterizza per una specializzazione delle aree produttive. Così come il commercio beneficia di una crescita generale, anche il volume degli scambi si incrementa; tra le merci privilegiate troviamo beni alimentari e tessuti. Intorno al panno lana, che fa la fortuna di Fiandre, Italia centro-settentrionale e Inghilterra, si viene a formare un vero e proprio business da capogiro.

I mercanti di lana, nelle rispettive città, si uniscono in associazioni che, oltre al potere economico, riescono a ottenere anche quello politico, arrivando a dirigere la politica urbana e ad imporre dure condizioni di lavoro alla manodopera artigiana.

I prodotti

          Vari sono i prodotti tessili dell’Europa medievale: cotone, lino, canapa e seta sono fibre abbondantemente impiegate per confezionare tessuti.

Il cotone veniva prodotto a Malta, in Grecia, a Cipro, in Spagna, in Sicilia, Puglia e Calabria. Il migliore, quello siriano, è acquistato in grosse quantità da mercanti Veneziani e Genovesi e sostiene l’industria italiana dei fustagni, panni spessi e resistenti che per il loro costo contenuto sono molto richiesti.

Una posizione dominante è però quella occupata dai pannilana, la cui fortuna sta sia nel consumo che ne fanno tutte le classi sociali, sia nel loro essere la principale merce di esportazione in Asia e in Africa.

Sebbene largamente lavorati in Europa, sono in particolare le Fiandre, l’Italia e l’Inghilterra le regioni di maggiore spicco.

Lo scenario europeo

          Nelle Fiandre del secolo XI la popolazione che non più in grado di sostentarsi con il lavoro dei campi fornisce manodopera al settore tessile. Nel secolo XII il settore della lana è in espansione: nelle Fiandre si distinguono alcune grandi città produttrici di panni lana, i quali vengono venduti alle fiere della Champagne.

A partire dalla seconda metà del XIII secolo le Fiandre vivono un momento politico di subbuglio con il sovrano francese, a cui si aggiunge la rivolta dei lavoratori salariati contro la classe mercantile dominante. Con il peggiorare della situazione, numerosi fabbricanti di panni emigrano nelle città italiane che li attraggono garantendo loro l’esenzione dai dazi sia sulle importazioni che sulle esportazioni. Tale situazione consente alla classe mercantile italiana di occupare una posizione di vertice in Europa.

Le città protagoniste di questa ascesa sono Milano, Brescia, Verona, Bergamo, Vicenza, Treviso, e Firenze con una produzione di circa 80 mila pezze all’anno per quest'ultima.


L’espansione inglese, favorita da fattori naturali, quali un gran numero di capi di pecore e terreni idonei alla coltivazione di piante utilizzate nei processi di tintura, comincia nel XII secolo e si sviluppa in particolare nell’area nord-orientale. La produzione inglese è però arretrata rispetto a quella delle Fiandre e il commercio è caratterizzato maggiormente da esportazioni di lana grezza.

Similmente alle Fiandre, alla fine del XIII secolo, si apre una lotta intestina fra ceti mercantili e la produzione di panni si riduce. In questa fase di transizione anche le tecniche di produzione cambiano: i panni realizzati dai nuclei tradizionali sono rimpiazzati da quelli prodotti nelle aree rurali, che attraverso la diffusione del mulino ad acqua sono diventate manifatturiere.

La necessità di avere a disposizione corsi d’acqua che possono far muovere le pale dei mulini fa sì che la follatura venga svolta all’esterno delle città portando nuove prospettive di sviluppo dove prima non ve ne era.

Le innovazioni

          L’aumento della produzione di queste aree è in parte anche la conseguenza dell’introduzione del filatoio a ruota, già da tempo utilizzato in Oriente, composto da una grossa ruota azionata a mano, che per mezzo di una cinghia di trasmissione mette in rotazione il fuso, intorno al quale si avvolge il filo di lana. Ulteriori perfezionamenti verranno portati più tardi, nel XV secolo, con l’aggiunta di un pedale per azionare la ruota, e delle alette a forma di 'U' intorno al fuso. Queste modifiche fecero sì che un solo addetto potesse svolgere insieme le due operazioni di filatura e di avvolgimento del filo.

Come detto precedentemente, miglioramenti sono stati apportati anche ai mulini ad acqua, e la loro applicazione sulle gualchiere sveltì di molto la fase di follatura.

La voce dello storico

          "Una caratteristica della storia economica del periodo è costituita dall'emergere di una industria per l'esportazione dei prodotti tessili. Il fenomeno è di portata europea: alcune regioni settentrionali produssero panni di pregio per un'attività di esportazione, che interessò ampiamente e lungamente anche l'Italia. I prodotti dell'industria tessile dell'Italia settentrionale e della Toscana erano generalmente di pregio inferiore, medio e basso; ma anch'essi conobbero successo esterno, non nell'ambito europeo, ma in quello italiano e del medio oriente, ove furono esportati i tessuti di lana non preziosi e i tessuti misti, quali i fustagni. Nella regione della Marca Veronese partecipò precocemente ed attivamente al processo solamente Verona. Documentazione indiretta conferma l'antichità, la vastità e la diffusione della sua industria tessile."

Andrea Castagnetti, Mercanti, società e politica nella marca veronese-trevigiana (secoli XI-XIV), UniVR 1990
FIG. 1. Lavoratori tessili durante la fase di produzione
FIG. 2 Telaio Verticale a pedale - XII sec.
FIG. 3 Telaio Orizzontale - XIII sec.
FONTI m-library.weschool.com/lezione/le-manifatture-21597.html