Sul finire del 1400 assistiamo ad uno spostamento via mare e via terra. Un esempio, la circumnavigazione dell'Africa per opera dei portoghesi, il cui fine era prelevare dal continente le molte risorse umane e materiali che poteva offrire.

Il navigatore Vasco da Gama, che per primo nel 1498 giunse in India via mare

Una nuova rotta per l'oriente

L'Asia aveva da sempre rappresentato per gli europei una terra ricchissima, da cui provenivano merci introvabili tra cui: seta, pietre preziose e spezie (pepe, cannella, chiodi di garofano e noce moscata).

A partire dal XII secolo, i mercanti europei erano riusciti ad inserirsi direttamente negli scambi con le indie orientali. Con il consolidamento della potenza dei turchi ottomani in asia minore, le vie carovaniere si fecero molto più insidiose e insicure e nacque così l'idea di farsi strada di raggiungere l'Oriente via mare.

In seguito alla caduta di Costantinopoli nelle mani dei turchi, le vie per l'Asia si chiusero definitivamente.

Vi erano altri fattori che spingevano a cercare nuove rotte verso Oriente:

  • L'aumento della domanda di merci preziose
  • L'attivismo delle monarchie della penisola iberica
  • La volontà delle monarchie europee di inserirsi nei traffici commerciali verso l'Oriente.
Una raffigurazione della Caduta di Costantinopoli del XV secolo, evento che chiuse ogni possibile via di commercio terrestre con l'Asia

I portoghesi in Africa

Furono i portoghesi a compiere, nel corso del XV secolo, i primi gradi viaggi di esplorazione, promossi dall'intraprendente principe Enrico, detto il Navigatore. Esplorò Africa, Marocco, Senegal e Guinea, poiché da quelle regioni provenivano ingenti risorse tra cui: oro, avorio, legni pregiati e uomini ridotti in schiavitù.

I portoghesi scoprirono nel 1419 l'isola di Madeira e nel 1431 le isole Azzorre.

Da qui essi partirono verso le coste dell'Africa subsahariana, dove crearono numerose stazioni commerciali.

Rotta intrapresa da Enrico il navigatore sul finire del 1400, segnata in rosso

Dall'Africa all'oceano Indiano

Col tempo i portoghesi riuscirono a completare la circumnavigazione dell'Africa.

Nel 1488 le navi portoghesi comandate dal navigatore Bartolomeo Diaz doppiarono il Capo di Buona Speranza, nel 1498 Vasco de Gama giunse fino a Calicut, in India

L'impero coloniale portoghese

L'arrivo dei portoghesi a Calicut fece conoscere all'Europa le prospere civiltà millenarie sorte sulle sponde dell'oceano Indiano. L'incontro con gli abitanti di quelle regioni fece aumentare le tensioni, date dalla difficoltà di comunicazione e reciproche diffidenze.

I portoghesi arrivarono su navi munite di armi e di cannoni che garantirono loro una fondamentale superiorità militare.

Intorno alla metà del XVI secolo i portoghesi avevano già posto le basi di un impero coloniale: avevano infatti stabilito numerosi insediamenti fortificati a difesa dei territori conquistati.

Nuovi mezzi e strumenti per navigare(FOCUS)

I limiti delle navi medievali

Nuovi mezzi e nuovi strumenti per navigare resero possibili le grandi imprese marittime del XV e del XVI secolo. In epoca medievale venivano utilizzati due tipi di navi: le galee, che comprendevano navi da guerra e da commercio ed erano lunghe, di bassa capienza e molto veloci; mentre nel Nord Europa erano presenti le Kogge (“cocche”) lunghe 25 m, ampie e massicce, utilizzate in ambito mercantile.

Queste due tipologie di navi però, non erano state progettate per affrontare dei veri e propri viaggi.

La nuova protagonista degli oceani: la Caravella

Siamo nel XV secolo, in cui la tecnica navale compì un notevole progresso per quanto riguarda la costruzione di nuove imbarcazioni. Queste ultime permisero, ai navigatori europei, di accingersi a realizzare traversate oceaniche, alla scoperta di nuovi continenti.

Rappresentazione di una caravella con relativo schema

Una delle più importanti innovazioni fu la caravella, un tipo di veliero introdotto intorno al 1451 dai portoghesi; una nave slanciata, leggera e veloce con tre alberi a vela latina che ne facilitava il galleggiamento. La stiva, piuttosto capiente, era in grado di trasportare provviste e approvvigionamenti indispensabili per affrontare un lungo viaggio in mare aperto.

La caravella fu una nave destinata esclusivamente all'esplorazione.

La grossa caracca

Dopo un po' di tempo, le caravelle risultarono piccole e non più efficaci, soprattutto durante i viaggi in cui la capacità di carico e di equipaggio ne erano i principali svantaggi. Per questo motivo, verso la fine del XV secolo, i mastri carpentieri navali realizzarono un grande bastimento a vela, sia mercantile che militare: la caracca.

Caracca - particolare dalla Caduta di Icaro di Pieter Bruegel il Vecchio (circa 1558).

A differenza delle precedenti navi, la caracca era più larga, in modo che potesse affrontare il mare mosso senza problemi, e aveva uno scafo e una stiva più profondi. Abbastanza spaziosa da poter portare provvigioni per lunghi viaggi, essa possedeva tre o quattro alberi verticali e bompresso, caratterizzata, inoltre, da una poppa alta e una prua rinforzata.

Le caracche furono le prime navi adatte alla navigazione oceanica in Europa; erano le navi con le quali gli spagnoli e i portoghesi esploravano il mondo.

Astrolabi, bussole e portolani

Particolare importanza ed efficienza per la navigazione in mare aperto ebbero strumenti come l'astrolabio, utilizzato per determinare l'altezza del Sole o di un qualsiasi astro sull'orizzonte e che permetteva di calcolare la latitudine e l'ora della notte; la bussola, una scatola rotonda che permetta di orientarsi, in cui ruotava un ago magnetizzato posto al centro di un quadrante circolare su cui erano indicati i punti cardinali; il portolano, un manuale per la navigazione contenente l'indicazione delle rotte marittime.

Un astrolabio, una bussola e un portolano del XVI secolo
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