Sprito di avventura, desiderio di scoperta e ignoto: queste le caratteristiche dell'ambizioso progetto di Colombo e che lo spinsero ad intraprendere un viaggio ritenuto da molti impossibile. Ma non solo ci riuscì, scoprì delle nuove terre sulle quali nessun europeo aveva mai messo piede e aprì delle nuove rotte verso quei vasti territori inesplorati.
La ricerca di nuove rotte per raggiungere l'Asia non aveva attratto esclusivamente i portoghesi. Il mercante genovese Cristoforo Colombo (1451 - 1506) si interessò alla questione ed espresse, sul finire del 1400, la volontà di raggiungere l'Oriente evitando il già noto itinerario di circumnavigazione dell'Africa. La convinzione dell'esistenza di un percorso alternativo, descritto da una linea retta verso occidente, si basava sul principio di sfericità della Terra affermato dal modello geocentrico ed era pienamente condiviso dal navigatore ligure.
Inoltre, i calcoli del matematico fiorentino Paolo dal Pozzo Toscanelli, che successivamente si rivelarono errati, mostravano una circonferenza terrestre inferiore a quella reale, e di conseguenza si riteneva che il tempo di viaggio fosse relativamente breve. Anche la religione ebbe un ruolo importante nella questione: la partenza rappresentava infatti la possibilità di diffondere la cristianità in nuove aree e togliere il controllo di Gerusalemme ai Turchi, organizzando, così, una nuova crociata.
Tutti questi motivi convinsero Colombo a tentare l'impresa, nonostante quest'ultima fosse considerata da molti rischiosa e con esiti infruttuosi
L'unica componente di cui Colombo non disponeva era il finanziamento. In un primo momento presentò l'idea alla Repubblica di Genova e successivamente al re del Portogallo, ma entrambi rifiutarono la proposta. Si rivolse infine alla corte spagnola e riuscì a convincere la regina Isabella di Castiglia con non poche insistenze. Quest'ultima, a sua volta, convinse il consorte, il re Ferdinando d'Aragona, a finanziare il progetto.
Gli spagnoli erano freschi della riconquista di Granada, tenutasi proprio nel 1492, e con l'iniziativa di Colombo avevano la possibilità ufficializzare la loro nuova politica di difesa della cristianità. Un altro obiettivo, però, si celava dietro le volontà spagnole: il contrasto della potenza marittima portoghese.
Le navi messe a disposizione a Colombo erano tre piccole caravelle, chiamate “Nina”, “Pinta” e “Santa Maria” e aventi 30 uomini di equipaggio ciascuna.
Il porto designato per la partenza era quello di Palos, una cittadina nella Spagna meridionale. Il giorno: 3 agosto 1492.
Il viaggio di Colombo non fu esente da avversità, come era stato previsto da molti: durò oltre due mesi, ci furono tentativi di ammutinamento e tempeste durante tragitto. Finalmente, però, il 12 ottobre 1492 l'equipaggio avvistò una piccola isola che prese poi il nome di San Salvador.
Oggigiorno sembra scontato non essere così, ma al tempo non vi era la consapevolezza di non essere sbarcati sulle coste orientali dell'Asia. In realtà, Colombo non era giunto nelle Indie navigando verso ovest come da lui prospettato, ma si trovava nell'arcipelago delle Bahamas.
Il proseguimento del viaggio portò ancora una volta il mercante a scoprire le due grandi isole, fino a quel momento sconosciute, di Cuba e Haiti, che vennero battezzate Hispaniola.
La convinzione di non essere in Asia tardò ad arrivare in quanto il dubbio si diradò, seppur non del tutto, nel 1502, dopo ben altre tre spedizioni. In questi ulteriori viaggi, il navigatore genovese si avventurò nella parte restante dell'arcipelago delle Antille e scese fino alla foce del fiume Orinoco, nell'attuale Venezuela.
A posteriori si può dedurre il motivo per cui gli abitanti di questi territori vennero chiamati “Indios”: in un primo momento, l'equipaggio non poteva sapere di aver scoperto un Nuovo Mondo ed aver aperto nuove rotte verso Occidente.
Com'era prevedibile, la nuova rotta atlantica aperta da Colombo cominciò a solleticare gli interessi economici dei sovrani europei, in particolare di quelli spagnoli e portoghesi. Le nuove terre erano infatti ritenute ricche di risorse e l'accaparramento di quest'ultime poteva rappresentare un consolidamento del potere che le monarchie esercitavano.
L'intesa fra Spagna e Portogallo arrivò con il trattato di Tordesillas del 1494. L'accordo definiva una linea, detta “raya”, lungo l'Atlantico: il territorio ad Est di questa sarebbe stato assegnato al Portogallo, mentre quello ad Ovest sarebbe divenuto territorio spagnolo. Il fine comune alle due monarchie consisteva nel permettere ai portoghesi di mantenere le loro rotte verso l'Africa e agli spagnoli di continuare ad inoltrarsi nei territori scoperti da Colombo.
Sezione curata da Di Berardino Lorenzo
Il trattato di Tordesillas diede origine ai primi due imperi coloniali della storia. Negli anni successivi al trattato la colonizzazione portoghese si concentrò sulle coste dell'Africa, dell'Asia e nella zona orientale del Sud America. Nel 1500 Álvares Cabral partì per ripercorrere la rotta di Vasco da Gama ma una tempesta spinse la sua nave sulle coste meridionali dell'America giungendo nell'odierno Brasile, che venne colonilizzato in nome del re portoghese.
La Spagna invece durante il XVI secolo conquistò la parte occidentale Sud America, il Centro America, gli attuali Stati Uniti e le Filippine.
Anche altri coraggiosi navigatori si avventurarono lungo la via di Cristoforo Colombo, tra i più importanti il veneziano Giovanni Caboto e suo figlio Sebastiano che al servizio dell'Inghilterra tra il 1497 e il 1498 scoprirono le coste di Terranova, del Labrador e l'attuale Canada.
Negli stessi anni il fiorentino Amerigo Vespucci fu il primo a comprendere che le terre scoperte da Colombo erano un "mondo meraviglioso", un nuovo continente diverso da quello Asiatico.
La sua relazione di viaggio, Mundus Novus, pubblicata nel 1504, ebbe molto risonanza e fece sì che il nuovo continente venne chiamato come lo conosciamo tutti, America.
Intanto nel 1513 Vasco Núñez Balboa continuando l'esplorazione delle coste dell'America centrale attraversò l'istmo di Panama e si affacciò su un mare vastissimo e ancora ignoto.
La scoperta di Balboa convinse Magellano a ripartire alla ricerca delle Indie Orientali seguendo la rotta occidentale, infatti credeva che esistesse un passaggio marittimo tra l'Altantico e il nuovo mare che potesse condurre in Asia. Nel 1519 raggiunse lo stretto e si avventurò nel nuovo oceano, che chiamò Mar Pacifico, per la tranquillità delle due acque, arrivando nelle Filippine.
Magellano perse la vita in uno scontro con le popolazioni indigene del territorio e solo due navi riuscirono a scappare nelle Isole Molucche. Di queste due navi solo una riuscì a tornare in Spagna con a bordo solo 18 uomini dei 250 che salparono. Questo viaggio confermò la fondatezza della teoria di Colombo, ovvero che era possibile raggiungere le Indie Orientali dall'Occidente.
Poco dopo nel 1524 Giovanni da Verrazzano esplorò l'estuario del fiume San Lorenzo e Jacques Cartier nel 1536 scoprì l'attuale Canada.
Sezione curata da Castagna Nicolò
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